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La lettura del movimento: aspetti per codificarlo

  • Creato da COREBO
  • Categorie Allenamento
  • Data 8 Dicembre 2019
  • Commenti 0 commenti
  • Tags allenamento, lettura del movimento
lettura del movimento

Il professionista del movimento, nel tentativo di interpretare come un movimento si sia consolidato, deve trovare spesso delle soluzioni che aiutino a migliorare la qualità dell’abilità motoria, destrutturando acquisizioni e sedimentazioni motorie che possono generare problematiche dolorose o posture viziate.

Il percorso non è semplice. La complessa rete cinetica che crea e produce un movimento è anticipata da quello che il chinesiologo vede in termini di muscolarità, asimmetricità e come la fascia interagisca con il tutto.

La vista permette ai più inesperti di valutare se un dato movimento è efficace oppure no, ma non consente di eseguire riflessioni corrette sul perché una data articolazione presenta un dato problema.

Inizialmente il professionista neofita valuta la muscolarità del tutto e la postura “in atteggiamento”, cioè in stazionaria. Risulta più complesso il compito di destrutturare un engramma motorio comprendendone le chiavi che lo regolano.

Allenarsi per esempio su panca senza una corretta stabilità del cingolo scapolo omerale potrebbe compromettere nel tempo la funzionalità stessa della spalla con problematiche anche sul rachide, dove tutto viene modulato. Se un dato movimento viene acquisito in modo scorretto, si ha un’attivazione inefficace delle catene coinvolte e ci si ritrova a sollevare meno carico, oltre a determinare sviluppi muscolari che aggraveranno un dato problema.

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La lettura del movimento e dove tutto si interseca

Trovare le chiavi di lettura del movimento che ci permettano di programmare un percorso per il miglioramento delle abilità motorie, passa dalla comprensione di come si trasmette un movimento su tutte le catene cinetiche.

Esiste un grande modulatore del movimento, dove ogni movimento “passa”: il rachide. Il rachide è il modulatore. Dal cervello e dal rachide tutto ha origine e allo stesso tempo tutto “ritorna” indietro e viene modulato, con continui adeguamenti neuro-muscolari.

Parlare di stabilizzazione di un movimento è da distinguere dal termine di rigidità. Qualcosa di rigido non permetterebbe una corretta esecuzione motoria, mentre qualcosa di mobile permette una qualità superiore del movimento. Un rachide rigido causa problematiche anche nei movimenti a corpo libero più banali: dall’accovacciata allo squatting, dal walking al rolling. Una schiena rigida assorbe meno sollecitazioni e non permette una modulazione corretta dei gesti motori, così come un rachide ipermobile dissipa la trasmissione di un movimento che deve essere “forte”.

Il delicato equilibrio tra stabilità e mobilità garantisce una qualità motoria più alta.

Pensare di aumentare la forza in un soggetto immaturo dal punto di vista della propria percezione corporea e di come il movimento si attua, causerà una serie di conseguenze serie per il successivo apprendimento motorio.

La mostability

Il delicato equilibrio tra mobilità e stabilità ha permesso di coniare un termine che Cook chiama mostability.

In questo caso la mostability non è altro che propriocezione. Potremmo aggiungere un dettaglio fondamentale per comprendere l’aiuto che vista da ai nostri movimenti. La possibilità di percepire i nostri segmenti nello spazio e di visionare il nostro movimento deve avvenire anche in assenza della vista. Al termine di mostability si affianca quello di coscienza propriocettiva.

Tutti gli interventi posturali e le programmazioni del personal trainer dovrebbero passare proprio da questi aspetti e dall’analisi dei movimenti dapprima in posizione stazionaria e successivamente attraverso l’analisi del comportamento.

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Il comportamento è la variazione posturale, segmentale e muscolare di un movimento passando da posizione stazionaria alla condizione di muoversi nello spazio.

Questo concetto è fondamentale per due ragioni: innanzitutto il soggetto potrebbe mascherare vizi motori durante il movimento e metterli a nudo in posizione stazionaria. In secondo luogo possiamo capire come funziona l’HICS Complex: cioè il complesso anca, core, cingolo scapolo-omerale e valutare gli interventi chinesiologici successivi (HIp, Core, Scapula).

Leggere un movimento, comprendere come svilupparne uno nuovo per correggere alcuni paramorfismi richiede un’applicazione e una dedizione importante da parte di chi sta seguendo un percorso chinesiologico. Il controllo cosciente e consapevole dei movimenti causa dei riadeguamenti che migliorano i movimenti consolidati e permette di eseguire interventi anche posturali e fisioterapici più efficaci.

Corebo – Formazione e Aggiornamento per le Scienze Motorie

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Tag:allenamento, lettura del movimento

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