Il mercato del lavoro del biologo nutrizionista tra passato, presente e futuro
Da quando internet è nato il mondo è cambiato radicalmente.
Tutta l’informazione del mondo, compresa la formazione e l’aggiornamento professionale passano dal nostro smartphone. Ci interfacciamo talmente tante ore al giorno con il nostro telefono che non ci rendiamo conto di quanto siamo iperstimolati costantemente: dalle pubblicità, ai servizi di ogni genere promossi fino alla reperibilità di informazioni.
Tutto è a portata di click, al punto che tantissime professioni scientifiche possono scaricare ricerche, leggere gli ultimi paper usciti e anche eseguire il proprio aggiornamento professionale gestendo al meglio il proprio tempo e con la massima flessibilità di orario. E tutto questo non si limita alle professionisti scientifiche, ma a tutte le professioni esistenti.
Pochi anni fa tutto questo non sarebbe stato possibile.
I più nostalgici della propria epoca lo considerano un cambiamento negativo, ma inutile soffermarsi sulla propria storia e su ricordi dei singoli perché se tutti glorificassero il passato saremmo ancora nelle caverne a coprirci con le pellicce. La storia va avanti e dobbiamo valorizzare e sottolineare i punti forti di una rivoluzione culturale che ha cambiato e cambierà sempre di più il mondo in cui viviamo. Si tratta di capire se vogliamo adeguarci alle nuove tecnologie per sfruttare tutte le potenzialità o se vogliamo crogiolarci nei ricordi di un passato più o meno vicino.
Le persone sono costantemente online e che questo piaccia oppure no è un dato di fatto. La domanda è come possiamo utilizzare a vantaggio della professione questi strumenti, fornendo un servizio utile alla collettività.
Visto che ci occupiamo di informazione e formazione non possiamo che fare un’analisi lucida del mercato del lavoro e oggi è la volta del biologo nutrizionista: una professione sanitaria che è molto lenta ad adeguarsi alle necessità e alle richieste del mondo del lavoro.
Se non fosse stato per la pandemia, i biologi nutrizionisti sarebbero ancora con l’impossibilità di eseguire visite telematiche, una modalità di lavoro oramai diffusa in tutto il mondo da diversi anni. Nel caso dei biologi nutrizionisti l’impossibilità di eseguire consulenze in telebiologia si è tradotta in minori introiti economici e nella forte difficoltà di adeguarsi rapidamente alle problematiche della pandemia.
Altresì, non a caso, le sponsorizzate di marketers che promettono un aumento degli introiti agli stessi professionisti della nutrizione sono un chiaro segnale che queste difficoltà sono state captate al punto che gli slogan di guadagni facili e aumenti di contatti organici sono all’ordine del giorno sui social.
Vediamo come internet possa essere uno strumento utile, etico ed efficace per una professione che ha iniziato da poco a svolgere consulenze telematiche.
Il mercato del lavoro del biologo nutrizionista
Ad oggi la possibilità di seguire clienti anche dall’altra parte del mondo è un vantaggio indiscutibile. Si abbattono barriere che consentono di avere una maggior flessibilità lavorativa e anche di poter mostrare la propria professionalità non limitatamente al proprio quartiere o zona geografica. Un passaggio a cui molti si oppongono perché contrari al cambiamento e forse perché vedono le nuove tecnologie con scetticismo, ancorando tutti a modalità e metodi di lavoro che non sono più conformi con l’attuale mondo del lavoro e le richieste dei clienti finali.
Le conseguenze di certe decisioni si sono viste durante la pandemia, ma ai più conservatori tutto questo sembra interessare poco, come se la possibilità di svolgere consulenze telematiche sia un obbligo.
Chiariamo un punto: avere uno strumento aggiuntivo è sinonimo di evoluzione, ma nulla toglie di continuare ad utilizzare la modalità tradizionale. La linea di demarcazione tra decidere di non utilizzare uno strumento e impedire a tutti di accedervi è netta e precisa. Obbligare tutti nel non poter utilizzare delle tecnologie che migliorerebbero il lavoro significa essere autolesionisti, con tutti i rischi e le problematiche che sono emerse con il COVID.
La possibilità di svolgere il lavoro telematico trova ancora alcune resistenze politiche interne all’Ordine, forse superate dal nuovo software ideato da ONB e ENPAB (ce lo auguriamo vivamente). Questo potrebbe dare una ventata di sicurezza e rassicurazione anche a chi questo passaggio continua a vederlo con pessimismo, per paure immotivate giustificate solo dalla propria paura di perdere lavoro, senza capire che il lavoro aumenterebbe e così anche i fatturati di una categoria che troppo spesso si lamenta della mancanza di clienti, tariffe troppo basse e una rigidità lavorativa data da una burocrazia troppo ingessante e poco avvezza al comprendere le dinamiche dei professionisti e del mercato odierno. L’eccesso di regole, il rapido cambiamento delle stesse, deroghe continue e continue richieste di adempiere ad obblighi che cambiano costantemente porta ad una paralisi del mercato, dove il professionista è più concentrato a stare al passo con le regole che cambiano piuttosto che concentrarsi su ciò che conta davvero, cioè svolgere al meglio il proprio lavoro.
I vantaggi del lavoro telematico
Nonostante tanti pensino che il lavoro in telebiologia comporti una minor professionalità erogata, si capisce facilmente che chi parla di poca professionalità adotta una retorica debole, alimentata da pregiudizi privi di fondamento.
La poca professionalità dipende dalla modalità con cui si eroga la consulenza o dal professionista stesso?
Un professionista poco professionale lo sarebbe in studio tanto quanto telematicamente. Queste argomentazioni sono pertanto prive di senso, tipiche di chi glorifica il passato e non ha voglia di vedere le potenzialità delle tecnologie attuali che garantiscono la sicurezza necessaria anche per la privacy, una tematica spesso discussa da chi internet evidentemente lo conosce solo per le notizie sensazionalistiche sui mancati protocolli di sicurezza che si possono facilmente implementare anche sui siti web personali con poche centinaia di euro all’anno.
La telebiologia permette di continuare a lavorare anche in altri luoghi garantendo:
- maggior flessibilità di orari per i clienti finali;
- il “seguire” il cliente finale se dovesse essere in trasferta lavorativa;
- di poter seguire sportivi professionisti che fanno gare all’estero e hanno bisogno di un monitoraggio da parte del biologo nutrizionista.
Leggi anche: “il biologo nutrizionista e le consulenze telematiche“
L’evoluzione della professione del biologo nutrizionista tra presente e futuro
Il lavoro si farà sempre più smart: da app che monitorano il cliente a piattaforme che permettono le consulenze in telebiologia. Un passaggio che è obbligato, perché non avere questa possibilità farebbe rimanere indietro una categoria professionale che dovrà concorrere con altri sanitari che queste possibilità le hanno. Avere uno strumento è importante per tutti: ognuno può scegliere se farsi monitorare a distanza, eseguire visite in studio o addirittura scegliere un professionista che non è della propria zona geografica.
La flessibilità del lavoro e uno snellimento della burocrazia sono tematiche che non possono passare in secondo piano, perché il mercato del lavoro richiede un adeguamento tempestivo per far fronte alle sfide del presente e del prossimo futuro.
Meno burocrazia ingessante significa una maggior possibilità di potersi concentrare sull’erogazione di un servizio fatto su misura per il cliente finale con un miglioramento globale del lavoro e della qualità di vita.
Ci auguriamo che questa pandemia COVID abbia creato un risveglio brusco e che abbia fatto prendere consapevolezza dell’enorme possibilità che tutti hanno di aggiornarsi telematicamente ed erogare consulenze a distanza.
REFERENZE IMMAGINI:
Foto di copertina di Windows on Unsplash, foto 1 di NordWoodThemes e foto 2 di Jeff Sheldon.
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