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Anatomia della spalla: articolazione ed aspetti muscolari

  • Creato da COREBO Lite
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  • Data 17 Giugno 2020
  • Commenti 0 commenti
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Anatomia della spalla

Anatomia della spalla: articolazione ed aspetti muscolari per allenarci con efficacia.

Un articolo per essere più consapevoli di come la spalla possa essere allenata per indurre incrementi di forza, ipertrofia o semplicemente per migliorarne il tono muscolare.

Anatomia della spalla: articolazione

La spalla è un’articolazione molto mobile denominata enartrosi. L’articolazione comprende scapola e omero, chiamata per tale motivo articolazione scapolo-omerale nonostante sia presente anche la clavicola.

La scapola, a livello dell’angolo laterale, presenta la cavità glenoidea circoscritta dal cercine fibrocartilagineo. Il labbro gleonideo si trova in rapporto con il tendine del capo lungo del bicipite brachiale in alto e inferiormente con il capo lungo del tricipite brachiale.

Nella cavità glenoidea si articola la testa dell’omero che ha la forma di una sfera. La cavità glenoidea accoglie 1/3 della superficie della testa dell’omero. L’articolazione è avvolta da una capsula articolare ampia e lassa che risulta essere molto sottile, di spessore a volte inferiore al millimetro; per questo motivo è facile che questa articolazione sia soggetta a lussazioni.

Una protezione da eventuali lesioni viene data dall’acromion e dal processo coracoideo della scapola, nonché da un robusto legamento teso fra questi due processi: il legamento coracoacromiale. Per evitare pressioni o attriti in questa regione si trova un’ampia borsa, chiamata borsa subacromiale, che si estende anche sotto il muscolo deltoide, borsa sottodeltoidea.

Articolazione della spalla
Immagine creata da Chiara Concolino
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Aspetti muscolari: il deltoide

La base ossea per la parte superiore della spalla è data dall’acromion con il terzo esterno della clavicola. La forma arrotondata della spalla è dovuta dalla presenza di un grande muscolo triangolare avente uno spessore di 2 cm circa: il muscolo deltoide, il quale ricorda una delta greca capovolta.

Questo muscolo è diviso in tre parti:

  1. La parte clavicolare che trae origine dall’estremità laterale della clavicola
  2. La parte acromiale che origina dall’arcomion
  3. La parte spinale che nasce dalla robusta spina scapolare

I tre fasci muscolari che possono funzionare sia da muscoli agonisti che antagonisti convergono in basso e si inseriscono lateralmente con un robusto tendine sulla tuberosità deltoidea dell’omero.

La parte acromiale del deltoide è composta soprattutto da robusti fasci pennati, i quali gli conferiscono una sezione fisiologica estremamente vasta. Esso rappresenta quindi il più importante muscolo elevatore del braccio che si sposta come una gru in tutte le direzioni.

Muscolo deltoide
Immagine creata da Chiara Concolino

Anatomia della spalla: aspetti chinesiologici

Il deltoide collabora con i fasci discendenti e trasversali del trapezio venendo a creare una potente cinghia portante che impedisce alla spalla di slittare in basso quando si sollevano dei pesi.

I fasci acromiali si occupano di sollevare principalmente l’arto superiore verso il lato, mentre la parte clavicolare fa compiere al braccio una rotazione verso l’interno (pronazione). Infine la parte spinale è deputata alla rotazione verso l’esterno (supinazione).

Per compiere un’abduzione è necessario tuttavia che anche altri muscoli collaborino, come il sovraspinato. Questo permette al deltoide di svolgere a pieno la sua funzione.

Per eseguire una rotazione interna invece la collaborazione avviene con il muscolo sottoscapolare e gran pettorale, ma anche il gran dorsale si occupa di ruotare internamente l’omero. La rotazione esterna avviene invece per mano del sottospinato e del piccolo rotondo.

 

Vediamo dunque come siano necessarie molte collaborazioni per svolgere determinati compiti apparentemente semplici come ruotare un braccio. Ed ecco come è necessario essere a conoscenza di queste nozioni per riuscire a comprendere come impostare determinati movimenti nella maniera corretta.

Per comprendere ancora meglio come avvengono tutti i processi coordinativi del cingono scapolare rimando la vostra attenzione all’articolo scritto dal collega Carlo Peretti: coordinazione della scapola nei movimenti primari dell’arto superiore.

Alla prossima!

A cura del Dr. Samuele Cravanzola

BIBLIOGRAFIA

  1. Tittel Kurt (1987). Anatomia funzionale dell’uomo applicata all’educazione fisica ed allo sport. Edi Ermes, Milano. Pag. 208-212.

nota legale Corebo

 

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