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Codice genetico: che cos’è e come ci influenza

  • Creato da COREBO Lite
  • Categorie Biologia e Sport
  • Data 17 Agosto 2018
  • Commenti 0 commenti
  • Tags biologo nutrizionista, formazione del personal trainer, Genetica

Da mesi avevamo l’idea di scrivere un articolo sul codice genetico. Forse perché molti allenatori parlano spesso, un po’ avventatamente, di predisposizione genetica e di come un individuo sia più o meno propenso a sviluppare determinate caratteristiche fisiche.

Resta innegabile come alcune persone manifestino alcuni tratti fisici che potrebbero renderli maggiormente predisposti a determinate discipline rispetto che ad altre.

Oggi parliamo proprio della parte genotipica, cioè del corredo genetico e di come possa influenzare il nostro aspetto, definito fenotipo.

Ma il tema trattato in questo articolo sarà di ordine introduttivo, per quanto cercheremo di spiegare con alcuni dettagli come funzioni il codice genetico.

Al termine dell’articolo, nel caso non ti interessasse la parte più tecnica, troverai alcune delucidazioni su “codice genetico e sport”.

 

Il codice genetico: che cos’è?

Il codice genetico è una sequenza e un insieme di meccanismi che portano alla traduzione di specifiche proteine.

Ma con questa definizione ci rendiamo conto essere troppo semplicistica, ma è l’unico modo per comprendere semplicemente il codice genetico.

Entrando un po’ più nel dettaglio, nel 1953 Hershey e Chase dimostrarono che l’informazione genetica è contenuta all’interno del DNA, acronimo di acido desossiribonucleico.

Pochi anni più tardi, nel 1957, si comprese come alcuni virus fossero in grado di influenzare il comportamento cellulare. Quello che riuscivano a fare era influenzare le cellule grazie all’acido ribonucleico, cioè l’RNA (e non il DNA).

In verità presto si scoprì che quello che viene definito come fenotipo, cioè il la parte visibile del codice genetico (esempio la struttura fisica), sia il prodotto di una variabilità intraspecifica. Detto semplicemente, non è la sola informazione genetica a determinare il fenotipo, ma anche componenti ambientali (come gli stili di vita).

Di questo ce ne rendiamo facilmente conto se pensiamo che persone magre di costituzione possono ingrassare se iniziano ad intraprendere una dieta sbilanciata.

Ecco, questo semplice esempio fa comprendere come il fenotipo sia una delicata sommatoria tra eventi ambientali e genetiche.

Non è da sorprendersi perché se ci mettessimo nei panni degli allenatori questo è visibile senza conoscere troppo la genetica. Un ragazzo magro e gracile costituzionalmente, può modificare la sua struttura muscolare con l’allenamento e la dieta.

E’ molto probabile che non diventi un culturista professionista, ma sicuramente può agire notevolmente per modificare la sua struttura.

 

L’informazione genetica

Ma come funziona l’informazione genetica? Il DNA, così come l’RNA, è costituito da una successione di nucleotidi, ciascuno dei quali è costituito da una base azotata, uno zucchero a cinque atomi di carbonio e un gruppo fosfato.

La differenza tra DNA e RNA sta proprio nella tipologia di basi azotate.

Infatti, nel DNA troviamo la timina, mentre nell’RNA troviamo l’uracile. Entrambi però da sequenze condivise di altre tre basi azotate: adenina, citosina e guanina.

Il fenotipo viene espresso grazie a sequenze delle quattro basi azotate appena viste. Questa è l’informazione genetica che costituisce il codice genetico.

Una parte del nostro genoma, cioè del nostro codice genetico, viene trasferito in singole sequenze di RNA messaggero (mRNA), il quale permette la sintesi di proteine specifiche. Quando si manifesta un determinato carattere e uno specifico allele domina su un altro si parla di aplosufficienza.

Già in un precedente articolo parlammo delle leggi di Mendel, il padre della cosiddetta genetica classica. Lui studiò i caratteri fenotipici, perché all’epoca molte informazioni sul DNA non si possedevano.

Ad esempio, non si conosceva la struttura del DNA e non si poteva sapere che molte sequenze non sono codificanti, cioè non esprimono proteine. Questi sono definiti introni.

Ma quindi a cosa servono queste regioni apparentemente inutili?

Gli introni hanno un’importanza cruciale per le funzioni cellulari, lo sviluppo embrionale, la formazione di mRNA. Il fatto che non vengano tradotti in proteine non significa che sia da buttare.

Inoltre, pensiamo inoltre che circa il 25% del nostro genoma è costituita da introni, cioé sequenze non codificanti.

Però, esistono altre regioni del codice genetico che servono ad essere tradotte in proteine. Queste regioni vengono definite esoni.

Invitiamo a rileggere un articolo scritto nel blog dal nome “DNA: introduzione ai concetti di base della genetica“.

Parlare di codice genetico non può che ricollegarci ad un termine che identifica tra trasposizione dell’informazione genetica nella creazione di alcune molecole funzionali. In questo caso parliamo di espressione genica.

 

Codice genetico e sport: quando i geni contano

Questa breve introduzione sul codice genetico ci ha fatto comprendere intuitivamente come la questione sia molto complessa. Non ci siamo addentrati volutamente in dettagli che rischiavamo essere superflui per l’obiettivo che siamo posti.

Il take home message è il seguente: la genetica conta, ma anche ciò che facciamo nella vita può avere un ruolo determinante.

Chi siamo è la somma tra genetica e stili di vita!

Ogni volta che non otteniamo un risultato imputiamo la colpa alla genetica. Nonostante le mille scuse che ci raccontiamo, nella maggioranza dei casi non è altro che qualcosa a cui non abbiamo prestato attenzione.

In altre parole avremmo potuto influenzare il risultato finale con scelte differenti in termini di allenamento.

Però in questo capitolo vedremo come alcune influenze genetiche possono dettare la differenza nell’alto livello. Verrà pubblicato un articolo più avanti, ma iniziamo ad anticipare qualcosa.

Ci sono geni che sono in grado, se espressi, di dare uno sviluppo muscolare più rapido rispetto a chi non li possiede. Ad esempio, è il caso del gene ACE, il cosiddetto “gene dello sport”.

Ne possiamo trovare due diverse varianti, ma quella che ci interessa è la variante D. Chi possiede questa variante sarà più portato a sport di potenza, al contrario della variante I che predisporrà i muscoli ad essere muniti di maggiori fibre rosse, cioè di resistenza.

 

Codice genetico: conclusioni

Il nostro codice genetico è paragonabile ad un enorme alfabeto. La somma delle lettere di cui è composto permette la formazione di specifiche proteine e la manifestazione di caratteristiche individuali.

Molte delle informazioni del codice genetico, seppur non codificanti, influenzano moltissime reazioni biologiche.

La manifestazione di informazioni presenti nel codice genetico possono essere influenzate però anche da condizioni ambientali.

Per tale ragione, visto che siamo un portale che si occupa di sport, ci sentiamo di dire di non trovare scuse ai propri mancati successi. Piuttosto indaghiamo se abbiamo fatto di tutto, attraverso i nostri stili di vita, per dare il massimo.

Il codice genetico è paragonabile ad un direttore di orchestra. Lui controlla le espressioni e i diversi musicisti.

Infine, cerchiamo però di rendere i nostri musicisti i più bravi e allenati possibili. Questo è quello che possiamo fare concretamente per rendere il concerto comunque sensazionale.

 

A cura del Dottor Giulio Merlini

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APPROFONDIMENTI

  1. Williams AG, Woods DR (2000). The ACE gene and muscle performance. Nature; 403: 614-615

codice genetico

Tag:biologo nutrizionista, formazione del personal trainer, Genetica

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